Kuchisake-onna and Aka manto
Salve! scusate per la mia lunga assenza..avevo da fare con la scuola.Mi dispiace ^_^"
Oggi ho postato un mio disegno riguardante Kuschisake-onna e Aka manto due leggende giapponesi!
Prima Leggenda: Kuschisake-onna.
Se vi doveste trovare in Giappone a camminare, in una serata nebbiosa, lungo una strada poco frequentata e incontraste una donna affascinante, con indosso una mascherina, che vi chiedesse “Sono bella ?”, state attenti a come rispondete perchè, con ogni probabilità, avrete incontrato una Kuchisake-onna.
La Kuchisake-onna, o “donna dalla bocca spaccata”, è la protagonista di una leggenda urbana famosa in tutto il Giappone e sono molti a giurare che non si tratti solo di una leggenda.
La storia, probabilmente, ha radici in un episodio che sarebbe accaduto durante il periodo Heian (794 – 1185 d.C.).
A quel tempo c’era un samurai che aveva una concubina (o moglie secondo alcune versioni del racconto) di cui era follemente innamorato. Un giorno però lui scoprì che lo tradiva e, accecato dalla gelosia, estrasse la sua katana e sfregiò la donna aprendole una ferita che andava, passando sulla bocca, da un orecchio all’altro. A questo punto il samurai disse alla concubina : “adesso chi penserà che tu sia ancora bella ?”.
Da allora lo spirito della donna è in continua ricerca di vittime su cui scatenare la propria vendetta.
Partendo da questo episodio, è nata una leggenda metropolitana di una donna che girerebbe per le strade deserte, specialmente nei giorni di nebbia, in cerca di vittime, armata di forbici. Le vittime preferite sarebbero giovani, ragazzi e ragazze, in età scolastica.
La Kuchisake-onna, riconoscibile perchè indossa una mascherina sul viso, dopo aver individuato la sua vittima, le si avvicinerebbe e le rivolgerebbe una domanda secca: “Sono bella ?”. Visto che si tratta effettivamente di una bella donna, la risposta del predestinato non potrebbe essere che positiva. Successivamente la donna si toglierebbe la mascherina, rivelando così l’orrendo sfregio, e ripeterebbe la domanda: “Sono ancora bella ?”. A quel punto arriverebbero i problemi per il malcapitato: se dovesse rispondere “no” allora la sua sorte sarebbe segnata e verrebbe ucciso, mediante un colpo di forbici, sul posto e, se si dovesse trattare di una donna, diventerebbe lei stessa una Kuchisake-onna; rispondendo “si”, la sua fine sarebbe invariabilmente la stessa, ma soltanto ritardata (la donna seguirebbe la vittima per poi ucciderla, sulla soglia di casa). L’unico modo che avrebbe la vittima di salvarsi, sarebbe quella di distrarre lo spirito della donna, per esempio, gettandole addosso dei dolci o dando una risposta vaga alla seconda domanda. Di fronte ad una risposta interlocutoria, la donna non saprebbe come comportarsi e la vittima avrebbe tutto il tempo per fuggire.
Naturalmente poi ci sono delle versioni leggermente diverse della leggenda, ma il nocciolo della storia non cambia: per esempio alcune differiscono sul modo con cui la Kuchisake-onna ucciderebbe la vittima o sulle risposte, e le relative conseguenze, alla seconda domanda rendendo così la storia più o meno paurosa.
Essendo una leggenda, perdipiù metropolitana, ha poca credibilità come quasi tutte i racconti di questo tipo. Ebbe un certo successo negli anni ’70 quando la polizia trovò dei corpi di bambini sfregiati e la donna, ritenuta colpevole delle uccisioni, aveva un orrendo sfregio che andava da un orecchio all’altro: la donna morì prima di essere arrestata.
Come tutte le storie del genere, era inevitabile che il mondo dell’intrattenimento non pescasse da questa leggenda: nei manga e negli anime i riferimenti alla leggenda di Kuchisake-onna non mancano di certo.
Naturalmente anche il cinema ha ripreso il personaggio: è del 2007, per esempio, un film chiamato appunto “Kuchisake-onna” di Koji Shiraishi che però non entrerà certo nell’olimpo dei grandi film horror.
Fonte: http://www.tuttogiappone.eu/lorribile-kuchisake-onna/
Ora via!con la seconda Leggenda: Aka manto,
Racconta un'antica leggenda giapponese che nei bagni delle scuole si nasconderebbe lo spirito di uno Yokai particolarmente violento: Aka Manto.
Questo fantasma infesta principalmente i bagni femminili (evidentemente non è stupido) ed è conosciuto anche con il nome di Mantello rosso, veste rossa o cappa rossa. Nel folklore giapponese viene chiamato "Aka manto", "Aka hanten" o "Ao hanten". Si presenta indossando un mantello rosso, come appunto dice il nome, ed una maschera bianca che copre il volto, che si dice essere un volto perfetto, troppo bello per essere visto da occhi umani.
Solitamente è nascosto nell'ultima cabina dei bagni femminili e appena entri chiede se preferisci usare la carta di colore rosso o di colore blu. Rispondendo rosso, lo spettro ti decapiterà. I tuoi vestiti saranno intrisi del tuo stesso sangue che li tingerà di rosso. Rispondendo blu, invece, egli ti soffocherà stringendoti il collo e facendo si che la tua faccia diventi di colore blu.
Dicono che se rispondi con un terzo colore, bianche e pallide mani sbucheranno dal pavimento, trascinandoti direttamente all'inferno!
Esistono altre versioni di questa leggenda. Ad esempio nelle scuole di alcune prefetture del giappone, viene chiamato mantello rosso o cappa rossa. Chiede se vuoi usare carta rossa e se rispondi di si, staccherà la parte superiore del tuo corpo strappandoti la pelle dalla schiena.
In un'ulteriore versione è conosciuto come carta rossa, carta blu ("Aka kami", "Aoi kami"). Chiunque entri in bagno sente una voce proveniente dall'ultima cabina che chiede: "Vuoi carta rossa o carta blu?". Rispondere rossa equivale a morire dissanguate dopo essere spellate vive, mentre rispondendo blu si verrà prosciugate di tutto il sangue dal corpo.
A conferma di questa leggenda esiste una vecchia storia che si racconta nelle scuole del paese del sol levante. Mentre si trovava in bagno, una studentessa un giorno sentì una voce provenire dalla toilette accanto a quella dove si trovava. La voce le chiese se voleva carta rossa e la ragazza si spaventò correndo immediatamente fuori dal bagno con i jeans ancora calati. Dopo di che raccontò l'accaduto ad un insegnante e venne chiamata la polizia.
Due poliziotti, un uomo e una donna, giunsero sul posto per le indagini. La donna entrò nel bagno femminile e sentì anch'ella una voce che le chiese se voleva la carta rossa. L'agente rimasto all'esterno dei bagni sentì la sua collega rispondere "Ok!". Subito dopo un urlo e un tonfo. Quando l'agente aprì la porta trovò la donna morta, in un lago di sangue che aveva colorato di rosso i suoi vestiti.
Insieme ad Hanako San, Aka Manto è uno degli yokai più discussi nelle scuole del Giappone moderno. Le sue origini risalgono all'età Edo. In un paese di cui non si conosce il nome, un uomo soleva passeggiare nascondendo il viso dietro una maschera, dato che egli era talmente attraente da far arrossire qualunque donna lo guardasse. Quest'uomo un giorno, però, rapì una giovane donna e non fu più visto nel villaggio.
Secondo diverse altre versioni, Aka Manto si manifesterebbe attraverso una mano che emerge dalla toilette e tenta di tirarti giu, oppure di sangue che piove dal soffitto fino ad annegarti e bianche mani che appaiono soffocandoti. In una versione più comica, se rispondi giallo alla sua domanda, ti costringerà con la testa nel water facendoti odorare la tua stessa urina...!
fonte:http://creepyfiction.blogspot.it/2013/12/aka-manto.html
Interessante,ehm? la prossimamente vi posterò anche abiti che gli devo fare ancora a loro due...